Giuseppe Ardica nasce a Enna nel 1971, giornalista. Si è occupato di cronaca nera e giudiziaria. Oggi lavora a Rai Parlamento.


I libri di Giuseppe

  

Baby Killer – storia dei ragazzi d’onore di Gela

Erano tutti ragazzioni. Tutti tra i tredici e i sedici anni. Tutti o quasi cresciuti in ambienti malavitosi. Tutti con un destino segnato. Tutti avrebbero dovuto sedere ancora tra i banchi di scuola e invece, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, diventano il braccio armato della “Stidda”, l’organizzazione criminale nata da una costalo di Cosa Nostra e diventa in pochissimo tempo la “padrona” della parte meridionale dell’isola grazie al traffico di droga, alle estorsioni e alle esecuzioni spietate. Nel libro si incrociano le loro storie e le loro confessioni davanti a un tribunale dove raccontano in un crescendo di violenza, che forse non ha eguali, come si sviluppo la Stidda. Due di loro già a quattordici anni vengono cooptati dalla cosca prima per attentati incendiari e poi per uccidere i nemici del clan, i commercianti che non si piegavano al pizzo e uomini delle forze dell’ordine. Nel caso di uno, per esempio, c’è un episodio terribile: per il tredicesimo compleanno il padre gli regala la prima pistola, commissionandogli anche il primo omicidio. Sullo sfondo una Sicilia quasi da girone infernale

Io, l’uomo nero – una vita tra politica, violenza e galera

Roma, 10 luglio 1976. Otto e trenta del mattino. Nel quartiere africano di Roma, c’è una Fiat 124 parcheggiata contro mano. Dall’auto scende un uomo che impugna un mitra, fa qualche passo e spara. L’obiettivo è un altro uomo che si accascia senza vita. La vittima è Vittorio Occorsino, un Giudice. L’assassino si chiama Pierluigi Concutelli. Gli anni di piombo visti da un protagonista, da un “cattivo”. Pierluigi Concutelli, pluriergastolano, ex terrorista nero ed ex comandante militare del Movimento Politico Ordine Nuovo, in questo libro si racconta senza sconti. Spiegando le ragioni di scelte così tragiche e il perché dell’utopia della rivoluzione armata che scaraventò l’Italia in un clima da guerra civile. La vita da clandestino, le rapine, gli omicidi. Dagli anni delle scazzottate in piazza con i comunisti fino alle pistole a al sangue. Infine, l’arresto. Il 13 febbraio 1977 gli uomini dell’antiterrorismo circondano lo stabile nel centro storico di Roma, in via dei Foraggi. Concutelli è in trappola. In manette davanti alle telecamere della Rai, si dichiara prigioniero politico e da quel giorno conoscerà solo il carcere. Pierluigi Concutelli non si è mai pentito e non si è mai dissociato dalla lotta armata. Ha 63 anni e quattro ergastoli da scontare (per insurrezione e per gli omicidi Occorsio, Buzzi e Palladino)