Francesco Luca Ballarò (23\02\1994) nasce ad Enna e ivi si forma frequentando il Liceo Classico N. Colajanni. Laureato presso l’Università di Catania in Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione nel 2017 con una tesi di laurea sul diritto di Associazione, sulla libertà di culto e sulle confraternite della sua città, ottiene un Master in Tourism, Hospitality and Event Management nel 2019. Nel frattempo si iscrive al corso di laurea in Storia e Cultura dei Paesi Mediterranei dell’ateneo catanese laureandosi con lode con una tesi antropologica sul carattere sociale delle feste religiose ennesi, in particolare quella di Maria SS. Della Visitazione, per poi iniziare un Master Universitario di I Livello per l’insegnamento disciplinare umanistico presso le scuole secondarie di I e II Grado. Appassionato di scrittura sin da piccolo, ottiene alcuni riconoscimenti locali e nazionali di poesia e narrativa, tra i quali alcuni 2° classificato al premio nazionale letterario “Città di Mesagne”, al premio nazionale letterario “Dacia Maraini” e alcune menzioni speciali al concordo letterario “La Gorgone d’Oro”. Vince alcuni premi letterari cittadini quali il Concorso “Salva la tua lingua” indetto dalla Pro Loco Enna Proserpina e il premio letterario “Beato Girolamo de Angelis”. Ha curato, a livello cittadino, diversi momenti di riflessione, musica e spiritualità con eventi e rappresentazioni sceniche, manifestando un attaccamento profondo alla devozione mariana nonché alle tradizioni e alla cultura della nostra città.


Il libro di Luca e Francesco

 

La Pasqua in Sicilia

Gli Autori. La Sicilia, durante i giorni della Settimana Santa, diventa un palcoscenico a cielo aperto davvero entusiasmante: tutto è in movimento tra processioni, riti, celebrazioni, rappresentazioni con personaggi viventi e statue. Gli autori hanno voluto raccogliere in un unico testo centinaia di “Settimane Sante” siciliane, in un itinerario che mostrasse come in poche ore, 1a stessa terra, presenti cento caratteristiche diverse, cento riti, mille gesti e mille simulacri che rendono la Sicilia un’isola da vivere e vedere sempre con occhi nuovi, Maria Addolorata, trafitta da un pugnale, diventa simbolo femminile indiscusso di questi giorni. Dalle storiche confraternite di Enna alle grandi Vare di Caltanissetta, dai misteri di Trapani ed Erice alle Varette di Messina e Barcellona Pozzo di Cotto, dalle maschere dei diavoli di Prizzi, dai colorati costumi dei Giudei di San Fratello ai Babbaluci (o babbaluti) incappucciati di numerosi altri comuni. Rappresentazioni viventi che vanno sotto il nome di Vasacra, Scinnenza, Casazza… ma che pur sempre non cambiano la storia raccontata nel Calvario di ciascun paese, che numerosi comuni hanno sotto forma di terrazzo, piazza o sagrato. Il libro racconta quindi la Settimana Santa in Sicilia da tanti e svariati punti di vista, provandola ad analizzare provincia per provincia, iniziando dall’aspetto religioso, sino quello etnoantropologico, passando per canti popolari (Lamenti, Lamentanze) di molti Venerdì Santo dell’Isola, ma anche dol e piatti tipici (agnello pasquale, uova, cassata; spina santa, taganu). Bande Musicali, marce funebri, lamentatori, portatori, troccole, campane, lutto, viola e nero. Ma anche gioia della Pasqua, nell’Incontro (o scontro) tra la Madre e il Figlio o nella sfilata di “Santoni” giganti di cartapesta. Crocifissi issati su pali e poi tutti i personaggi che rivivono ogni anno: Maria, Maddalena, Giovanni, Giuda, Pietro. L’opera, grazie ai contributi fotografici, diventa un documento unico da “passare” alle nuove generazioni e soddisfare la sete di bellezza dei siciliani e di chi siciliano non è. La teatralizzazione del mistero della Passione di Cristo è, quindi, la sintesi di quanto finora detto: le piazze cittadine diventano palcoscenici in cui ancora, dopo millenni, il sacrificio di Cristo si compie e anno dopo anno si consegna a bambini, giovani, adulti, divenendo rigenerazione di legami di appartenenza, di famiglia, di sangue, atavica contemplazione della morte come scriveva lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia.

Evviva Marì – Meditazioni sulla coroncina e versi in onore di Maria SS. della Visitazione

La coroncina della Madonna della Visitazione è patrimonio immateriale della città di Enna. Ci siamo mai fermati ad analizzarne il significato, le parole? Per tutto il mese di Giugno e nel mese successivo in ogni casa, in ogni famiglia, in duomo prima, a Montesalvo poi gli ennesi compiono la loro invocazione alla Patrona con la famosa coroncina. C’è chi è stato cresciuto con la sua melodia, segno di una fede che si trasmette di padre in figlio, da ignudo ad ignudo; c’è chi è stato ninnato dalla mamma o dalla nonna col canto “La Rosa e Lu Gigliu”; la si fa imparare a scuola ai bambini, la cantavano i ragazzi tra le vanelle della città portando in processione delle improvvisate “vare” di legno con l’immagine di quella che per gli ennesi è “La Madonna del 2 Luglio”. È il simbolo di un’appartenenza, senza dubbio, che si iscrive in una tradizione che è giunta fino a noi nelle parole, nelle melodie. Una coroncina in siciliano, capace cioè di essere velocemente compresa e appresa da chiunque, indipendentemente dall’estrazione sociale a cui si appartenga. È un carattere distintivo, vero e proprio genoma di chi vive in questa ridente città di montagna in piena Sicilia. Si è avuto maggiormente contezza di ciò quando, nei mesi di lockdown a seguito della pandemia di Covid- 19 nella primavera 2020, si elevava dalla città il melodioso canto della coroncina attraverso le casse piazzate sui balconi, attraverso le voci delle famiglie affacciate alle finestre distanti, ma unite in preghiera; alle ore diciotto in punto di ogni pomeriggio, tra i quartieri, gli ennesi cantavano, uniti e fieri, una richiesta di aiuto e di protezione alla “Regina di l’Angeli”. La recita continua ha permesso all’autore di gustare la bellezza del suo testo, un vero passepartout della devozione mariana, che probabilmente i nostri padri avranno composto proprio per imprimere nelle menti tutti gli attributi, i ruoli, i dogmi che la chiesa cattolica riconosce alla Vergine Maria. Da qui nasce l’idea di questo libretto, che possa servire a quanti vogliono avere il piacere di accostarsi alla contemplazione della Tutta Santa Madre di Dio. Nessuna pretesa teologica vuole assumere questa riflessione, se non l’essere un atto di devozione alla Madonna e un ringraziamento alla propria città per aver permesso di costruire, attraverso i segni della devozione alla santa patrona, un legame così speciale con Maria ed Enna.  Nel corso della riflessione si scomodano qua e là , tra gli altri menzionati, due cantori mariani per eccellenza: uno antico, il sommo poeta Dante che nel suo XXXIII canto del Paradiso della Commedia dipinge tutta la bellezza della figura di Maria e don Tonino Bello, un vescovo del ‘900 meridionale che nel suo “Maria donna dei nostri giorni” ha dipinto bellissimi e contemporanei ritratti sulla Donna di Nazareth: due testi che, uniti ad uno tradizionale e locale, come quello della coroncina, possono far comprendere realmente ancora oggi, come Maria sia punto di riferimento per la vita di un cristiano. In appendice due odi scritte dall’autore sulla Madonna della Visitazione.