Maria Antonietta Giarrizzo Grimaldi   Baronessa di Geracello (1811 – 1896)

Maria Antonietta nasce a Pietraperzia il 22 ottobre 1811, unica figlia di Tommaso Giarrizzo, barone di Rincione, e di Gaetana Reggio e San Martino, dei Principi di Aci. Nel 1832 sposa l’ennese Giuseppe Maria Grimaldi Gravina, dei Principi di Santa Caterina e futuro barone di Geracello, figlio di Vincenzo, che in occasione delle nozze dona agli sposi l’amena avita Villa Pergusea, ubicata nella panoramica lacustre contrada Zagaria. Il padre di Maria Antonietta, il barone Tommaso, aveva ricoperto cariche pubbliche importanti, tra cui quella di Regio Giudice, e si era distinto per la vasta cultura e le opere di carità e devozione compiute. Per il ruolo sociale svolto ospitava nel palazzo avito i principi reali di passaggio da Pietraperzia e teneva banchetti e ricevimenti per clero, aristocratici e notabili non solo locali, mentre per inclinazione personale andava incontro alle necessità di “orfani indigenti e misere verginelle” nonché di “mestieranti” e “braccianti” rimasti privi di opportunità lavorative a seguito di gravi calamità. Rimasto vedovo nel 1834, mal sopportando la condizione vedovile e la lontananza della figlia andò a vivere a Castrogiovanni.

La biografia è stata tratta dal libro Storie di donne nella storia di Enna di R. Lombardo – E. Indelicato, La moderna Edizioni Enna e dalla rivista Pietraperzia 2011 redatta da Padre Filippo Marotta.


Il libro della baronessa M. Antonietta proviene, per gentile concessione, dalla prestigiosa collezione libraria di Gaetano Cantaro

 

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La dedica dello storico villalbese, nisseno d’adozione, Giovanni Mulè Bertolo (1837-1917) – “Di spigliato ingegno e di squisito sentire predilesse gli studi letterari e fra questi coltivò con grande amore la poesia. I suoi versi incarnavano l’animo suo gentile e appassionato per il bello e la fantasia sua delicata e riscotevano l’ammirazione e il plauso degli uomini di lettere. Al culto della musa sposò quello dei suoni e dei canti: la sua voce melodiosa risuonò modulata e ingentilita dai dettami dell’arte”.