Anna Marotta nasce ad Enna nel 1989. cresce in un piccolo paese nel cuore della Sicilia, Pietraperzia, mostra fin dalla più tenera età una spiccata propensione al disegno, la lettura e la scrittura. Conclude un percorso di studi meritevole con la laurea magistrale in Filologia Moderna (110/110 e lode) presso l’Università degli Studi di Catania. Oggi insegna Lettere nelle scuole secondarie a Milano. Nel 2017 è membro della giuria del Concorso Letterario “Tempo di Scambi di Sentimenti e di Ricordi” promosso dall’Associazione Nazionale Banche del Tempo. Per la sezione Tesi di Laurea, è vincitrice del IV Concorso Letterario Nazionale “La Nostra Terra 2017” bandito da “Giambra Editori”. Ha pubblicato, per conto della stessa casa editrice, il saggio storico Il bandito Testalonga, la resistenza di un vinto (2018).


Il libro di Anna

Il bandito Testalonga – la resistenza di un vinto

Tra le profonde radici della terra siciliana, in un museo a cielo aperto accompagna­to dalla calura dello Sciroc­co, cinque controversi protagonisti orchestrano un’infelice storia, il cui tragico finale è più che prevedibile. Il bandito Testalonga (1728-1767), eletto a Robin Hood da un popolo affamato di pane e ideali, diventa così l’emblema di uno spaccato di società, quella dell’omertà, degli intrighi, delle connivenze e dei tradimenti. Ad ogni pagina si respira Sicilia. L’isola è nelle grotte e nei cunicoli impervi, nelle campagne bionde di grano, nei modi espressivi, nei so­prusi delle istituzioni e nella primordiale brutalità delle pene. Oggi Testalonga ci lascia una preziosa eredità, al di là dei poco credibili cliché a lui attribuiti: poco o nulla è cambiato rispetto ad allora, la storia ci dà una parvenza di continuità ma, dopotutto, sempre si ripete. Cos’è quindi la resistenza di un vinto? Non consiste nell’esaltazione eroica, un campione appartiene solo ai cantastorie e al popolo; e nemmeno nel giudizio inquisitorio. È solo la chiara e lucida consapevolezza di non poter alzare barricate tra buoni e cattivi. Vago è il confine tra bene e male in un mondo opaco gettato in mare aperto, un funebre e sconfinato Mediterraneo