Francesco Paolo Neglia (1874-1932)

Nasce a Castrogiovanni il 22 maggio 1874 da Giuseppe, violinista e maestro di cappella in cattedrale, e da Maria Greca, insegnante elementare. Da ragazzo suonava il violino nella cappella del duomo e nel teatro della città; era inoltre primo trombone solista nella banda cittadina. Giovanissimo si fece notare come compositore, in particolare per alcune romanze divenute presto popolari. Nel frattempo terminò gli studi, divenne insegnante elementare (1893) e trovò un incarico come maestro di scuola. A vent’anni si trasferì a Palermo, dove studiò in conservatorio con Guglielmo Zuelli, diplomandosi in violino, trombone e composizione. Per qualche tempo si dedicò alla direzione d’orchestra, curando la concertazione di opere liriche in diversi teatri italiani. Il 17 dicembre 1900 sposò Marie Dibbern (la cui famiglia, tedesca di origine ma residente a Taormina, trascorreva l’estate a Castrogiovanni); si trasferì da Palermo a Milano, ma non riuscì ad emergere. Nel 1901, grazie all’aiuto di Anna Spies, zia della moglie, si stabilì ad Amburgo. Inserito nell’alta società anseatica, ebbe successo come violinista e come insegnante di musica, tanto da fondare l’Akademisches Musik-Institut, dal 1908 rinominato Neglia Konservatorium, che nel giro di qualche anno superò il numero di 500 iscritti e aprì tre filiali. Nel periodo amburghese svolse un’importante attività come direttore d’orchestra, con concerti in primarie città germaniche, alternandosi con Felix Weingartner sul podio dello Stadttheater. Scrisse parecchia musica a scopo didattico; nel dicembre 1903 brevettò due piccole invenzioni per gli allievi di pianoforte: un apparecchio per rendere le dita indipendenti e rinforzarne i muscoli, e un altro per facilitare il movimento del polso senza muovere il braccio. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, rientrò in Italia, dove, nonostante l’interessamento di eminenti musicisti quali Marco Enrico Bossi, Giacomo Puccini e Richard Strauss, non riuscì ad affermarsi come compositore e direttore d’orchestra. Tornato a Castrogiovanni a seguito della morte del padre, ebbe una supplenza come maestro elementare e poi un impiego nell’ufficio comunale, indi ottenne il posto di vicedirettore della cappella musicale della duomo. Ripresi gli studi all’Università di Palermo nel 1919, insegnò a Caltanissetta lingua tedesca nel locale istituto tecnico. Nel 1921 trovò impiego come maestro elementare a Vanzago. (MI). Poco dopo fu a Legnano, dove divenne direttore del coro della Società amici dell’arte e ottenne la cattedra di lingua tedesca nell’istituto tecnico comunale. Costituì un’orchestra che in poco tempo fu in grado di eseguire diverse opere liriche. Nel 1922 si ammalò la moglie; per le sue cure Neglia s’indebitò e il figlio Giuseppe dovette abbandonare l’università, trovando impiego nell’azienda tessile De Angeli e Frua. Poco dopo si ammalò anche la primogenita Emma, che tornò in Sicilia per curarsi. La moglie morì nel 1923, lasciando anche un’altra figlia di 5 anni. Nel 1926 gli fu affidato l’insegnamento di musica e canto in alcune scuole elementari e superiori di Legnano, dove fondò il Liceo musicale Giuseppe Verdi, che diresse fino alla morte. Si iscrisse al Partito fascista per ottenere agevolazioni finanziarie, quindi si sposò con Teresa Rotharmel, da cui ebbe un altro figlio. Nel 1931 si manifestarono i primi sintomi della nefrite che lo portò a morte il 31 luglio 1932 a Intra (oggi Verbania).


Le pubblicazioni del Musicologo/Compositore

 

Sonatina in un tempo – per pianoforte

Leggi Spartino

Il libro di Maurizio Agrò

 

Francesco Paolo Neglia – nella vita e nell’arte

di Maurizio Agrò. La mia ricerca nasce un pò per caso e un pò per destino. Volevo occuparmi di qualcosa di cui nessuno si era ancora occupato, così mi sono ricordato che in un armadio di casa mia, ben conservata, c’era una scatola contenente dei documenti antichi. Il materiale si riferiva a un musicista da tempo dimenticato: Francesco Paolo Neglia. Ho iniziato a studiare quelle poche pagine e mi sono reso subito conto dell’importanza di questo compositore, così ho deciso di approfondirne la conoscenza. Il materiale è arrivato a me grazie a Maria Evelina Neglia, zia di mia madre, che in vita era stata in buoni rapporti con un cugino molto speciale: Giuseppe Neglia, figlio di Francesco Paolo Neglia. Dopo la morte del compositore, fu il figlio a prendersi cura di tutto il materiale del padre e fu lui che iniziò la prima opera di rivalutazione dell’artista. In una lettera Giuseppe Neglia aveva espresso la volontà di non essere chiamato in causa in nessuna delle manifestazioni musicali organizzate in onore di suo padre perché non voleva contaminare la renaissance dell’artista con il semplice amore filiale.  Non c’è dubbio che fu proprio Giuseppe, in famiglia detto anche Peppino, a divulgare il repertorio del padre. Fu lui che iniziò a intrattenere rapporti con i musicisti e i musicologi dell’epoca quali Giulio Confalonieri, Luigi Perrachio, Renzo Bossi, Mario Barbieri, Massimo Mila, Sergio Martinotti, Jacopo Napoli, Alfredo Mandelli, Edward Neill, Ottavio Ziino, Umberto Berrettoni, Piero Bellugi e molti altri ancora…

Il libro di Laura Fusaro

 

Maestro sul podio e nella vita – la straorfinaria avventura musicale di Francesco Paolo Neglia

di Laura Fusaro. Il libro è la ricostruzione sincera ed appassionata del percorso umano e professionale del maestro Francesco Paolo Neglia (Castrogiovanni 1874-1932) e, in particolare, del suo autoesilio legnanese. Direttore d’orchestra di riconosciuto talento nella Germania nel primo Novecento, rientrato in Patria alla vigilia della Grande Guerra, Neglia fu vittima dell’indifferenza e della diffidenza dei connazionali, condannato dagli ambienti musicali dell’epoca ad un’autentica “morte bianca”, della quale non seppe capacitarsi e che non potè accettare.Nel ripercorrere l’ultima fase dell’esistenza di questo sfortunato musicista, l’Autrice rievoca e documenta la ricca e multiforme attività da lui svolta in numerosi comuni dell’Alto milanese, come direttore, compositore, didatta ed imprenditore musicale, nonché la rete di relazioni significative da lui intessuta in un’area della Lombardia allora in pieno decollo industriale.